PARROCCHIA DI SANTO STEFANO DI PINIDELLO

 Indirizzo e recapiti

strada Interna S. Stefano 5 - località Pinidello

31016 CORDIGNANO (TV)

Telefono 0438/999059 (v. Cordignano)

 

 


 

 I membri del nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale

 

  • Tocchet Dina
  • Meneghin Luigina
  • Ortolan Margherita
  • Lollo Lidia
  • De Nardi Sara
  • De Nardi Elvio
  • Pagotto Riccardo
  • Zanardo Sandro

 

Note storiche

S. Stefano dell'isola di Pinidello (come si diceva una volta) esiste almeno fin dal principio del sec. XIV (nel 1346 era chiamato S. Stefano de Mesco) e fu fin dall'origine cappella della pieve di Cordignano. Pare sia divenuta parrocchia indipendente nella seconda metà del sec. XVI. Il presbiterio della chiesa risale alla prima metà del '400 come testimoniano gli affreschi. La chiesa fu consacrata dal Patriarca d'Aquileia Francesco Barbaro nel 1580. Nell'abside si ammira un prezioso dipinto di Francesco da Milano.

 

 

Per riflettere ...

S. STEFANO, TESTIMONE DELLA FEDE - 26 Dicembre 2013

Onoriamo oggi Santo Stefano, primo martire, patrono della nostra parrocchia. Lo dobbiamo sentire come parte viva di questa famiglia che è la nostra Chiesa parrocchiale.

Ogni anno ci sorprendiamo che alla dolcezza del giorno di Natale segua il colore rosso sangue del primo Martire, Stefano, accostando così la primizia della nuova nascita con la primizia del martirio.

La liturgia della Chiesa è realista e dà spazio a tutte le umane espressioni, senza lasciarci indulgere a forme di sentimentalismo. La vicenda di gioia e di dolore espressa nella vita di Gesù continua nella storia della Chiesa e dei suoi testimoni; dopo averla letta nel Vangelo, la vediamo riflessa nei suoi discepoli e seguaci.

Santo Stefano è il primo notevole rappresentante di un cristianesimo vissuto. Primizia del fuoco della Pentecoste, egli rappresenta la novità del cristianesimo che si propone come novità di vita.

« Pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo ». Possiamo ben pensare all’azione di carità, della quale gli apostoli avevano incaricato i sette diaconi, e all’energia e chiarezza della parola.

I suoi oppositori ‘non riuscivano a resistere alla sua sapienza ispirata’; la sua parola, che annuncia un fatto presente, non può essere sconfessata; quindi non resta che abolirla. In che modo?

I suoi oppositori evitano di ascoltarla turandosi le orecchie. E subito la eliminano con la violenza.

Nel martirio, Stefano è ancora immagine di Gesù: si affida a Lui come Gesù si consegna al Padre, e perdona i suoi uccisori.

Il destino di Gesù si riflette in quello dei discepoli e dell’intera Chiesa.

Se il cristianesimo fosse soltanto parola, discorso, ragionamento, si potrebbe continuare a dialettizzare con esso in mille discussioni, dibattiti, discorsi su giornali e libri.

Se il cristianesimo fosse soltanto una dottrina morale, si potrebbe contraddirlo con un’altra forma di comportamento. Ma se il cristianesimo è un fatto, cioè Cristo presente, allora l’unico modo reale di contraddirlo, è di eliminarlo.

Per questo Gesù è stato crocifisso e ucciso, e per questo il cristianesimo viene perseguitato in coloro che seguono il Signore.

La persecuzione dei cristiani viene attuata in modo palese e cruento in molti paesi dell’Asia e dell’Africa.

Nei paesi occidentali si tenta invece di ridurre la fede cristiana all’ambito della coscienza e la si contrasta con tante forme di irrisione…….

La serena fortezza di Santo Stefano e di tanti martiri nel corso della storia della Chiesa, è garanzia che la fede cristiana può rinascere in ogni tempo e in ogni luogo proprio dal sangue dei martiri.

Di questa testimonianza ci ha parlato il vangelo di Giovanni nel brano che abbiamo ascoltato. Gesù annuncia ai discepoli l’odio e la persecuzione che incontreranno.

La parola odio viene ripetuta ben sette volte. Il mondo odia i cristiani per la stessa ragione per cui ha odiato Gesù: come lui, essi non sono del mondo.

Quest’odio del mondo verso i discepoli non è passeggero, ma perdurerà finché una parte dell’umanità rifiuterà di accogliere il messaggio di Gesù.

Lungo tutto il suo vangelo, Giovanni contrappone il mondo al Cristo. Il mondo lo odia perché egli attesta contro di lui, denuncia le sue opere malvagie.

Questa opposizione proviene dall’incompatibilità irriducibile tra la luce e le tenebre. Essere scelti da Gesù è essere strappati a questo mondo di tenebre.

Ormai, in quanto discepoli, i credenti sono impegnati nello stesso combattimento del Signore contro il mondo.

I discepoli avranno dunque la stessa sorte del maestro: chiamati a imitare lui dovranno subire persecuzioni a causa del nome di Gesù. L’evangelista mostra la logica di quest’odio che colpisce in successione il Padre, il Cristo e i discepoli stessi.

Oggi però, anche nella nostra parrocchia, corriamo il rischio di diventare cristiani deboli, fiacchi nella coerenza con il vangelo.

Di fronte ai tanti martiri cristiani, anche dei nostri giorni, in varie parti del mondo, noi non viviamo situazioni drammatiche come loro, ma, forse, anche per il fatto di non essere sottoposti a gravi prove, corriamo il rischio di mondanizzarci, di scendere a compromessi sempre più al ribasso con il relativismo imperante.

Nel suo pellegrinaggio a Fatima nel 2010 Papa Benedetto XVI ai giornalisti disse: “Oggi lo vediamo, la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa. Essa, quindi, ha profondo bisogno di reimparare la penitenza…Dobbiamo reimparare questo essenziale, la conversione, la preghiera, la penitenza e le virtù teologali” (11.05.2010).

Nella festa del nostro Patrono S. Stefano vogliamo chiedere al Signore di conservarci la fede e donarci l’energia della testimonianza, perché la fede cristiana non si riduca a un’idea o a un sentimento, ma si esprima come fatto visibile nella nostra esistenza. Io ho incontrato Cristo!

E’ facile la tentazione di arretrare di fronte a forme di opposizione alla presenza cristiana, espresse con parole o con fatti.

Chiediamo al Signore la nobile e precisa energia di Stefano nel continuare a testimoniare la fede.